
Ricaricare un’auto elettrica in un condominio datato senza causare un blackout è possibile, ma richiede più intelligenza che potenza.
- Hai il diritto di installare una wallbox nel tuo box privato senza il permesso dell’assemblea, collegandola al tuo contatore.
- Sfruttando la sperimentazione ARERA, puoi ricaricare di notte e nei weekend fino a 6 kW senza costi extra sul contatore.
Raccomandazione: La soluzione non è solo tecnica, ma gestionale. Diventa il “regista energetico” del tuo palazzo per pianificare i carichi, sfruttare le normative e prevenire i conflitti prima che nascano.
L’immagine è chiara: hai appena parcheggiato la tua nuova auto elettrica nel garage condominiale. Inserisci la spina e, per un attimo, trattieni il fiato temendo che le luci di tutto il palazzo si affievoliscano. Questa ansia, condivisa da molti neoproprietari di veicoli elettrici in contesti condominiali, specialmente quelli con impianti datati, è più che lecita. La paura di un sovraccarico, di bollette inaspettate e, soprattutto, dei conflitti con i vicini, è il principale freno alla transizione elettrica in città.
La conversazione si ferma spesso a “serve l’approvazione dell’assemblea?” o “quanto costa?”. Certo, sono domande importanti. Si parla di delibere, di ripartizione delle spese, di bonus statali. Ma ci si concentra sul permesso, non sulla gestione. Si trascura il vero nocciolo del problema: come integrare un nuovo, importante consumo energetico in un sistema vecchio e condiviso senza creare attriti, sia tecnici che umani. La vera sfida non è ottenere un “sì”, ma costruire un sistema sostenibile nel tempo.
E se la chiave non fosse solo ottenere il diritto di installare una presa, ma diventare il “regista energetico” del condominio? Questo approccio cambia la prospettiva. Non si tratta più di imporre una necessità individuale, ma di gestire una risorsa in modo intelligente. Significa conoscere le normative non solo per far valere i propri diritti, ma per trovare soluzioni vantaggiose per tutti. Significa padroneggiare la tecnologia per programmare la ricarica quando la rete è meno stressata e l’energia costa meno. Significa trasformare un potenziale punto di conflitto in un’opportunità di modernizzazione.
Questo articolo non è un semplice elenco di leggi. È un manuale operativo per il futuro “regista energetico” del condominio. Vedremo come la tecnologia e le normative italiane offrano già oggi strumenti potenti per una gestione intelligente, analizzeremo le soluzioni pratiche per ogni scenario e capiremo come la pianificazione prevenga i problemi, trasformando l’ansia da ricarica in serena autonomia strategica.
Attraverso un’analisi pratica e normativa, esploreremo le soluzioni concrete per ricaricare la tua auto elettrica in condominio. Questo percorso ti fornirà gli strumenti per affrontare ogni aspetto, dalla gestione dei consumi all’accesso agli incentivi, garantendo una transizione serena e senza conflitti.
Sommario: Gestire la ricarica in condominio: guida per l’elettromobilista consapevole
- Perché la vostra auto elettrica fa il 30% di km in meno in autostrada d’inverno?
- Come ottenere gli incentivi statali per la Wallbox e risparmiare l’80% sull’installazione?
- Flat o a consumo: quale tariffa conviene con i prezzi alle colonnine sopra 0,60 €/kWh?
- L’errore di pianificazione che vi lascia a piedi sulla Salerno-Reggio Calabria senza colonnine
- Quando caricare al 100% e quando fermarsi all’80% per far durare la batteria 10 anni?
- Come dimensionare l’impianto fotovoltaico con accumulo per coprire davvero i consumi serali?
- Quando cambiare le gomme piene del monopattino per non scivolare sul bagnato?
- Come ottenere l’esenzione del bollo auto per 3 o 5 anni acquistando un’ibrida nella vostra regione?
Perché la vostra auto elettrica fa il 30% di km in meno in autostrada d’inverno?
La diminuzione dell’autonomia invernale è una delle prime, dure realtà che un neoproprietario di auto elettrica affronta. Le batterie agli ioni di litio soffrono il freddo: la loro efficienza chimica cala, e una parte significativa di energia viene spesa non per muovere l’auto, ma per riscaldare sia l’abitacolo che il pacco batterie stesso. Questo effetto è amplificato in autostrada, dove l’alta velocità costante richiede un dispendio energetico maggiore e non ci sono le fasi di recupero energetico tipiche della guida urbana. Il risultato è un calo di autonomia che può facilmente raggiungere e superare il 30%, trasformando un viaggio di routine in una fonte di ansia.
Qui entra in gioco il concetto di intelligenza di ricarica. Invece di subire passivamente questo calo, il “regista energetico” del condominio può sfruttare la ricarica domestica per mitigarne gli effetti. La strategia chiave è il pre-condizionamento. Collegando l’auto alla wallbox e programmando la partenza tramite l’app del veicolo, l’energia per portare la batteria e l’abitacolo alla temperatura ottimale viene prelevata direttamente dalla rete, non dalla batteria stessa. In questo modo, si parte con il 100% dell’autonomia effettivamente disponibile per la marcia.
Questa strategia diventa ancora più potente grazie a normative specifiche. La sperimentazione ARERA, attiva fino al 2027, permette di beneficiare di un aumento di potenza fino a 6 kW durante le ore notturne (dalle 23:00 alle 7:00) e nei giorni festivi, senza costi aggiuntivi fissi. Questo significa poter effettuare il pre-condizionamento e una ricarica completa a una potenza adeguata proprio quando l’energia costa meno (in tariffa F3), partendo al mattino con un’auto calda e con la massima autonomia, senza aver sovraccaricato la rete condominiale durante il giorno e ottimizzando i costi.
Piano d’azione per l’audit energetico del condominio
- Punti di connessione: Mappare tutti i potenziali punti di prelievo (contatori privati nei box, contatore delle parti comuni, quadri elettrici di piano).
- Raccolta dati: Inventariare la potenza totale impegnata dal condominio e stimare i carichi massimi attuali (ascensore, luci, autoclave) per definire il margine disponibile.
- Coerenza normativa: Confrontare lo stato dell’impianto con le normative vigenti, in particolare le disposizioni antincendio per le autorimesse (Circolare VVF).
- Analisi d’impatto: Valutare l’impatto percepito sui vicini, preparando una comunicazione chiara sui benefici della ricarica notturna e della gestione intelligente dei carichi.
- Piano di integrazione: Definire un piano d’azione prioritario, che può includere l’installazione su contatore privato, la proposta di una linea dedicata o un futuro potenziamento dell’impianto.
L’approccio proattivo trasforma un problema (il freddo) in un’opportunità per applicare una gestione energetica più sofisticata e conveniente, un primo passo fondamentale per il “regista energetico”.
Come ottenere gli incentivi statali per la Wallbox e risparmiare l’80% sull’installazione?
Uno degli ostacoli percepiti all’installazione di una wallbox è il costo. Tuttavia, lo Stato italiano ha messo in campo strumenti molto efficaci per abbattere questa barriera. Il “Bonus Colonnine Domestiche”, gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), è un contributo a fondo perduto che copre l’80% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica. L’importo massimo del contributo è di 1.500 euro per i privati e arriva fino a 8.000 euro per le installazioni sulle parti comuni degli edifici condominiali.
Questo incentivo rappresenta una leva potentissima per il “regista energetico”. Permette di proporre all’assemblea condominiale non solo una soluzione a un problema, ma un vero e proprio investimento a costo quasi nullo per il condominio. L’installazione di punti di ricarica nelle aree comuni non solo serve i residenti attuali, ma aumenta il valore dell’immobile, rendendolo più moderno e appetibile sul mercato. La procedura per ottenere il bonus è interamente digitale e richiede una preparazione documentale precisa, un compito perfetto per chi vuole gestire il processo in modo proattivo.
L’illustrazione seguente sintetizza visivamente l’ordine e la tipologia di documenti necessari per affrontare la burocrazia senza stress, trasformando un percorso potenzialmente complesso in un processo gestibile.

Ottenere l’incentivo non è un miraggio, ma richiede organizzazione. La chiave è agire con metodo, raccogliendo tutta la documentazione necessaria prima dell’apertura della finestra per la presentazione delle domande. Ecco i passaggi fondamentali da seguire per un’installazione condominiale.
- Convocare l’assemblea condominiale per deliberare l’installazione (è richiesta la maggioranza degli intervenuti che rappresenti almeno un terzo del valore dell’edificio).
- Presentare la domanda online tramite l’area personale del sito di Invitalia, l’agenzia che gestisce l’incentivo, durante le finestre temporali definite dal ministero (verificare le date esatte sul sito del MIMIT).
- Allegare alla domanda le fatture elettroniche relative all’acquisto e all’installazione, la delibera assembleare, la dichiarazione di conformità (Di.Co.) dell’impianto rilasciata dall’installatore.
- Documentare che i pagamenti siano stati effettuati con metodi tracciabili (es. bonifico parlante) nell’anno di spesa di riferimento.
- Una volta approvata la domanda, il contributo viene erogato direttamente sul conto corrente del condominio o del privato entro un massimo di 90 giorni.
Saper guidare il condominio attraverso questo processo non solo facilita la transizione all’elettrico, ma rafforza il ruolo del proponente come figura competente e capace di portare vantaggi concreti a tutta la comunità.
Flat o a consumo: quale tariffa conviene con i prezzi alle colonnine sopra 0,60 €/kWh?
La scelta della tariffa di ricarica è un punto cruciale nella gestione economica di un’auto elettrica. Con i prezzi alle colonnine pubbliche che oscillano tra 0,45 €/kWh per la ricarica in corrente alternata (AC) e superano facilmente 0,80-0,90 €/kWh per quella ultra-rapida in corrente continua (DC), la ricarica domestica diventa non solo una comodità, ma una necessità economica. Non è un caso che, secondo i dati del settore, oltre il 90% delle ricariche avvenga in ambito privato. È proprio in questo contesto che il “regista energetico” può fare la differenza.
Le offerte degli operatori di ricarica pubblica includono spesso abbonamenti “flat” mensili, che a fronte di un canone fisso (es. 30-50 euro) offrono un pacchetto di kWh. Questa opzione può sembrare allettante per chi percorre molti chilometri e non ha accesso a una ricarica domestica. Tuttavia, per un residente in condominio che può installare una wallbox, il calcolo cambia drasticamente. Ricaricando di notte in tariffa F3, il costo dell’energia può scendere sotto gli 0,15 €/kWh, un valore da 4 a 6 volte inferiore rispetto alle colonnine pubbliche.
La wallbox condominiale, specialmente se abbinata a una gestione intelligente dei tempi di ricarica, rende quasi sempre l’opzione “a consumo” domestica la più vantaggiosa. L’abbonamento flat può rimanere un’opzione complementare per i lunghi viaggi, ma non può competere economicamente con la ricarica casalinga per l’uso quotidiano. Il seguente quadro riassume i costi e i benefici delle diverse opzioni, evidenziando la superiorità economica della soluzione condominiale.
| Tipo di ricarica | Costo €/kWh | Potenza disponibile | Vantaggi |
|---|---|---|---|
| Wallbox condominio (tariffa F3 notturna) | Meno di 0,15 €/kWh | Fino a 6 kW (ARERA) | Ricarica programmabile, nessun costo aggiuntivo weekend |
| Colonnine pubbliche AC | 0,45-0,60 €/kWh | 11-22 kW | Disponibilità immediata |
| Colonnine ultra-rapide DC | 0,70-0,90 €/kWh | 50-350 kW | Ricarica in 20-30 minuti |
| Abbonamento flat mensile | Fisso 30-50€/mese | Variabile | Costo prevedibile |
La vera convenienza, quindi, non si trova cercando l’abbonamento migliore, ma creando le condizioni per sfruttare al massimo la ricarica domestica. Questo rafforza l’importanza di superare gli ostacoli all’installazione in condominio, un compito centrale per il nostro “regista energetico”.
L’errore di pianificazione che vi lascia a piedi sulla Salerno-Reggio Calabria senza colonnine
L’ansia da autonomia raggiunge il suo picco durante i lunghi viaggi, specialmente su tratte autostradali storicamente meno servite da infrastrutture di ricarica, come l’A2 “Autostrada del Mediterraneo”. L’errore più comune non è tanto la mancanza di colonnine in assoluto, ma una pianificazione insufficiente che non tiene conto di due fattori chiave: partire con la batteria non completamente carica e non avere un piano B. È qui che l’autonomia strategica, costruita a partire dal proprio condominio, diventa fondamentale.
La soluzione più potente per eliminare l’ansia da lungo viaggio è garantita a chi possiede un box auto privato. Secondo la normativa italiana, il proprietario di un box privato ha il diritto di installare una wallbox collegata direttamente al proprio contatore domestico, senza necessità di autorizzazione da parte dell’assemblea condominiale. È sufficiente una comunicazione formale all’amministratore. Questo approccio, come evidenziato da diverse guide del settore, garantisce la possibilità di partire per qualsiasi viaggio con il 100% della carica, effettuata con calma la notte precedente e al costo più basso possibile. È la base di partenza per una pianificazione serena.
Studio di caso: l’installazione in box privato
Un condomino in un palazzo degli anni ’70 a Roma, proprietario di un box auto, decide di acquistare un’auto elettrica. Invece di portare la questione in assemblea, contatta un elettricista qualificato. Viene installata una wallbox da 7,4 kW all’interno del box, con una nuova linea elettrica che passa attraverso le canaline comuni e si collega direttamente al suo contatore privato nell’appartamento. L’operazione richiede solo una comunicazione all’amministratore. Risultato: il condomino ricarica ogni notte senza impattare sui consumi comuni e parte per i suoi viaggi verso il Sud Italia con la massima autonomia, eliminando la dipendenza dalle prime, spesso affollate, stazioni di ricarica autostradali.
Anche partendo carichi, un viaggio lungo richiede una pianificazione. L’errore da non commettere è affidarsi a un’unica app o a un’unica stazione di ricarica prevista. Bisogna agire come un pilota, con checklist e piani alternativi.
L’approccio strategico al viaggio lungo è un’estensione della mentalità del “regista energetico”: il controllo non si ferma ai confini del condominio, ma si estende all’intero ecosistema della mobilità.

Checklist per un lungo viaggio senza ansie
- Programmare una ricarica completa al 100% la notte prima della partenza, sfruttando la tariffa notturna.
- Utilizzare almeno due app diverse (es. NextCharge, BeCharge) per mappare le colonnine lungo il percorso, verificando lo stato operativo in tempo reale.
- Pianificare le soste di ricarica non solo in autostrada, ma anche presso centri commerciali o hotel vicini alle uscite, che spesso offrono più alternative e meno code.
- Non puntare mai ad arrivare a una colonnina con meno del 15-20% di autonomia residua, per avere un margine di sicurezza in caso di imprevisti (colonnina occupata o fuori servizio).
- Essere consapevoli che alcuni condomini si affidano ancora a soluzioni lente come la presa Schuko, inadeguate per una ricarica rapida prima di un viaggio.
Avere una base di ricarica domestica affidabile è il 90% del lavoro. Il restante 10% è una pianificazione intelligente che trasforma ogni viaggio in un’esperienza di controllo e libertà.
Quando caricare al 100% e quando fermarsi all’80% per far durare la batteria 10 anni?
Una delle domande più frequenti tra i possessori di auto elettriche riguarda la salute della batteria a lungo termine. Una gestione corretta del ciclo di carica è fondamentale per massimizzarne la durata. Come regola generale, per l’uso quotidiano, è consigliabile mantenere il livello di carica tra il 20% e l’80%. Caricare costantemente la batteria fino al 100% e lasciarla a quel livello per lunghi periodi, o scaricarla regolarmente sotto il 10%, sottopone le celle a uno stress chimico che ne accelera il degrado. L’obiettivo del “regista energetico” è quindi quello di impostare, tramite l’app del veicolo o della wallbox, un limite di ricarica all’80% per la routine casa-lavoro.
La ricarica al 100% non è da demonizzare, ma va riservata a occasioni specifiche: principalmente, la mattina prima di intraprendere un lungo viaggio, quando quell’autonomia extra è realmente necessaria. Questo minimizza il tempo in cui la batteria rimane a un livello di carica elevato e stressante. Inoltre, il tipo di ricarica ha un impatto significativo. Come sottolinea uno studio tecnico di settore, la ricarica lenta in corrente alternata (AC), tipica della wallbox condominiale, è molto meno stressante per la batteria rispetto alle ricariche ultra-rapide in corrente continua (DC).
La ricarica lenta AC in condominio è preferibile alla ricarica ultra-rapida DC per la longevità della batteria.
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Esistono però delle eccezioni importanti. Le batterie con chimica LFP (litio-ferro-fosfato), utilizzate ad esempio su alcune versioni di Tesla Model 3 o sulla Fiat 500e, beneficiano di una ricarica completa al 100% almeno una volta alla settimana. Questo aiuta il sistema di gestione della batteria (BMS) a ricalibrarsi correttamente e a fornire una stima precisa dell’autonomia residua. Conoscere la chimica della propria batteria è quindi un dovere per una gestione ottimale.
Protocollo per la salute della batteria
- Impostare un limite di carica all’80% tramite l’app del veicolo per tutti i giorni feriali.
- Eseguire una ricarica completa al 100% solo la notte o la mattina prima di un lungo viaggio.
- Se si possiede una batteria LFP, programmare una ricarica settimanale al 100% per la calibrazione del BMS.
- Privilegiare sempre la ricarica in Modo 3 in corrente alternata tramite wallbox come standard per la ricarica quotidiana.
- Limitare l’uso delle colonnine DC ultra-rapide solo ai viaggi e alle situazioni di reale necessità.
Una gestione consapevole della ricarica non solo preserva il valore del veicolo, ma contribuisce a una sostenibilità a tutto tondo, un obiettivo cardine per un “regista energetico” efficace.
Come dimensionare l’impianto fotovoltaico con accumulo per coprire davvero i consumi serali?
L’evoluzione naturale del “regista energetico” condominiale è guardare oltre la semplice gestione dei carichi e puntare all’autoproduzione. L’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto comune, magari abbinato a un sistema di accumulo, rappresenta la frontiera dell’ecosistema di ricarica condominiale. Questa soluzione trasforma il condominio da mero consumatore a “prosumer” (produttore e consumatore), abbattendo i costi e aumentando l’indipendenza energetica. La sfida principale sta nel corretto dimensionamento, specialmente per coprire i consumi di ricarica, che avvengono prevalentemente di sera e di notte.
Un impianto fotovoltaico senza accumulo è quasi inutile per la ricarica delle auto elettriche, poiché la produzione di energia solare coincide con le ore in cui le auto sono tipicamente fuori casa. È il sistema di accumulo (la batteria) a fare la differenza. Per dimensionarlo correttamente, bisogna partire da un’analisi dei consumi. Ad esempio, se 3-4 auto elettriche in condominio percorrono in media 40 km al giorno, il loro fabbisogno energetico giornaliero totale si aggira intorno ai 20-25 kWh. Per coprire una quota significativa di questo fabbisogno con l’energia solare, è necessario un sistema di accumulo di capacità analoga (es. 20-30 kWh).
La normativa italiana offre uno strumento straordinario per realizzare questi progetti: le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Un condominio può costituirsi in CER, installare un impianto fotovoltaico comune e beneficiare di incentivi per l’energia prodotta e condivisa tra i membri. L’assemblea può deliberare la destinazione di una parte del tetto comune e persino l’installazione di una tettoia fotovoltaica sui posti auto, creando un sistema perfettamente integrato. Questo approccio collettivo permette di superare i limiti dei contatori individuali e di realizzare impianti più grandi e più efficienti, con benefici economici per tutti i partecipanti.
Studio di caso: la Comunità Energetica Condominiale
Un condominio di 20 appartamenti a Milano si costituisce come Comunità Energetica Rinnovabile. Installa un impianto fotovoltaico da 25 kWp sul tetto e un sistema di accumulo da 30 kWh in un locale tecnico. L’energia prodotta durante il giorno viene immagazzinata nella batteria. Di sera, questa energia viene utilizzata per alimentare le 5 wallbox installate nelle parti comuni, coprendo circa il 70% del fabbisogno di ricarica dei condomini aderenti. L’energia condivisa genera un incentivo economico che viene ridistribuito tra i membri, abbattendo ulteriormente il costo della ricarica.
Passare a un modello di autoproduzione e condivisione è il passo finale per un “regista energetico”, che trasforma definitivamente il condominio in un esempio virtuoso di sostenibilità e innovazione.
Quando cambiare le gomme piene del monopattino per non scivolare sul bagnato?
La sicurezza nella micromobilità, come l’aderenza di un monopattino sul bagnato, è un tema importante. Tuttavia, quando si parla di mobilità elettrica all’interno di un garage condominiale, esiste un rischio molto più grande e spesso sottovalutato: quello di incendio. La normativa italiana, e in particolare la Circolare dei Vigili del Fuoco, è molto severa su questo punto, specialmente per le autorimesse con una superficie superiore a 300 m². In questi contesti, l’installazione di un’infrastruttura di ricarica non è un semplice lavoro elettrico, ma un’operazione che deve rispettare precise norme di sicurezza antincendio.
Un “regista energetico” consapevole deve conoscere queste norme per garantire la sicurezza di tutto il palazzo. La normativa antincendio impone requisiti specifici. Le colonnine o wallbox devono essere dotate di uno sgancio di emergenza, un pulsante ben visibile che permetta ai soccorritori di togliere immediatamente tensione all’impianto in caso di incendio. Inoltre, la legge è chiara sulle modalità di ricarica consentite in questi ambienti.
Le colonnine devono essere dotate di sgancio elettrico di emergenza disposto in modo immediatamente visibile e accessibile per gli operatori di soccorso, utilizzando modalità di ricarica Modo 3 o Modo 4, considerate più sicure.
– Circolare Vigili del Fuoco, Normativa sicurezza ricarica in condominio
Le modalità di ricarica 1 e 2, che sostanzialmente corrispondono all’uso di un caricatore mobile collegato a una presa domestica o industriale (la cosiddetta “Schuko” o presa blu), non sono considerate sufficientemente sicure per le installazioni fisse in garage soggetti a normativa antincendio. È obbligatorio utilizzare la ricarica in Modo 3 (tramite wallbox con circuito di comunicazione dedicato) o Modo 4 (ricarica in corrente continua, più rara in ambito domestico). Questo garantisce un dialogo costante tra veicolo e infrastruttura, con controllo della continuità del conduttore di protezione e gestione intelligente della corrente erogata.
Domande frequenti sulla sicurezza in garage
Quali modalità di ricarica sono consentite nei garage condominiali?
Secondo la Circolare dei Vigili del Fuoco, per le installazioni fisse in autorimesse soggette a controllo, sono contemplate solo le modalità di ricarica più sicure: il Modo 3 (tramite wallbox) e il Modo 4 (corrente continua).
Serve la certificazione antincendio per garage condominiali?
Sì, per i parcheggi condominiali con una superficie superiore a 300 m², che sono considerati attività a maggior rischio di incendio. L’installazione dell’infrastruttura di ricarica deve essere inclusa e approvata all’interno del progetto antincendio complessivo.
Chi deve rilasciare la Dichiarazione di Conformità?
La Dichiarazione di Conformità (Di.Co.) dell’impianto elettrico deve essere rilasciata dall’impresa installatrice abilitata. Deve essere completa di tutti gli allegati tecnici e descrivere in dettaglio le caratteristiche dell’infrastruttura di ricarica installata.
Ignorare queste disposizioni non solo è illegale, ma espone l’intero condominio a rischi gravissimi. Un vero “regista energetico” mette la sicurezza al primo posto, anche prima della convenienza.
Da ricordare
- La chiave è la gestione proattiva: diventare un “regista energetico” previene problemi tecnici e sociali.
- La legge italiana ti tutela: puoi installare una wallbox nel tuo box privato e sfruttare normative come la delibera ARERA per la ricarica notturna a 6 kW.
- Le soluzioni collettive come le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono il futuro per trasformare un costo in un vantaggio condiviso.
Come ottenere l’esenzione del bollo auto per 3 o 5 anni acquistando un’ibrida nella vostra regione?
Mentre questo articolo si concentra sulle auto 100% elettriche (BEV), è importante considerare anche le ibride plug-in (PHEV), spesso un primo passo verso l’elettrificazione completa. Anche se le agevolazioni sul bollo variano da regione a regione, la questione infrastrutturale in condominio rimane simile. Anzi, per un veicolo PHEV, la ricarica domestica è ancora più cruciale. Le batterie di piccola taglia delle ibride plug-in, se non ricaricate quotidianamente, rendono il veicolo una semplice auto a benzina, annullando i benefici ambientali ed economici.
Dal punto di vista dell’impianto, un’auto PHEV richiede generalmente una potenza di ricarica inferiore (tipicamente 3,7 kW o 7,4 kW) rispetto a una BEV. Di conseguenza, anche il costo della wallbox può essere leggermente inferiore. Tuttavia, la frequenza di ricarica è maggiore. Per sfruttare appieno la modalità elettrica, un’auto ibrida plug-in va ricaricata ogni singola notte. Questo rafforza ulteriormente la necessità di una soluzione di ricarica domestica comoda e affidabile. Non ha senso acquistare un’auto PHEV per poi fare affidamento sulle colonnine pubbliche per i rabbocchi quotidiani.
Il tempo necessario per l’installazione di una wallbox è un altro fattore pratico da considerare nella pianificazione. Tra il sopralluogo, la progettazione, le eventuali pratiche e l’installazione fisica, i tempi medi indicati dai fornitori specializzati si attestano intorno ai 15-20 giorni lavorativi. È un’informazione utile da comunicare in assemblea per gestire le aspettative.
La scelta tra BEV e PHEV influisce sul tipo di wallbox e sulla frequenza di utilizzo, ma non cambia il principio di fondo: la ricarica domestica è il perno dell’ecosistema. La tabella seguente mette a confronto le esigenze dei due tipi di veicolo in un contesto condominiale.
| Tipo veicolo | Potenza ricarica necessaria | Costo wallbox | Frequenza ricarica |
|---|---|---|---|
| BEV (100% elettrica) | 7,4-11 kW | 500-3.000 euro | 2-3 volte/settimana |
| PHEV (Plug-in Hybrid) | 3,7-7,4 kW | 400-1.500 euro | Quotidiana (batteria piccola) |
| Mild Hybrid | Non ricaricabile | Non applicabile | Non applicabile |
Che si inizi con un’ibrida o si passi direttamente a un’elettrica pura, la pianificazione di un’infrastruttura di ricarica domestica adeguata è il primo e più importante passo. Per trasformare il tuo condominio in un ambiente pronto per il futuro della mobilità, il passo successivo consiste nel richiedere una valutazione tecnica a un installatore qualificato, che possa certificare la soluzione più adatta e sicura per la tua specifica realtà.